Mettiamo in sicurezza il “bello” e il “ben fatto” del Made in Italy, prima che sia troppo tardi

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Tanto è stato scritto sui limiti del decreto rilancio appena pubblicato: valutazioni prevalentemente critiche. Tante sono anche condivisibili – senza dimenticare che la sedia di un governante in questo momento storico è particolarmente bollente.

Ciò che sembra non emergere dal coro delle lamentazioni sono le mancate risposte a due problemi chiave, che sembrano attraversare come fantasmi i muri dei dettati legislativi, senza che nessuno li individui chiaramente. Cerchiamo qui di metterli in luce.

LA RISTRUTTURAZIONE DELLE CATENE GLOBALI DEL VALORE E GLI EFFETTI SUL MADE IN ITALY

In primo luogo, poca attenzione viene posta agli effetti per l’Italia della ristrutturazione delle catene globali del valore. Il modello di produzione internazionale è fondato su un’elevata frammentazione produttiva su scala globale; auto, hi-tech, elettrodomestici, moda: tutti i settori sono stati messi in crisi a causa della mancanza di componenti fondamentali per il processo produttivo, causato dai ritardi logistici e soprattutto da un’eccessiva dipendenza da pochi esportatori.

PESO DELLA CINA COME FORNITORE

 

Questa situazione ci accompagnerà almeno fino al vaccino, che vedrà la luce forse tra un anno – e poi dovrà essere diffuso su scala planetaria – oppure a un fisiologico depotenziamento del virus in cui tanti sperano; fino a quel momento, difficilmente vedremo il costo dei noli e la capacità di trasporto tornare a livelli “precedenti”.
Per esempio, oggi un singolo chilo di merce via aerea dalla Cina costa 16$, mentre prima ne costava solo 2. Questo cosa vuol dire? Che il decoupling (disaccoppiamento) produttivo dalla Cina dovrà accelerare fino a un nuovo equilibrio, lungo il sentiero di quel “reshoring” di cui tanto si parla.
Intanto ci troviamo davanti una recessione senza precedenti e un recupero molto incerto, come titola il documento di previsioni economiche pubblicato dalla Commissione Europea.

La crisi globale delle catene del valore potrebbe sembrare anche lontana dal nostro paese, che rappresenta dentro il sistema delle “value chains” una posizione secondaria, data la predominanza in Europa della Germania. Sarebbe questo un errore grossolano, visto il ruolo fondamentale nella produzione europea della nostra manifattura e più in generale del valore del  made in Italy, che in questo scenario non vede nessun progetto per l’Italia – l’investimento proposto dal ministro di Maio per una campagna per il made in Italy “senza precedenti” verso i soliti canali e i buyers internazionali sembra una riedizione potenziata di vecchie ricette, tra l’altro di per sé contestabili, ma questo è un altro tema.

 

LA VULNERABILITÀ DEL TESSUTO INDUSTRIALE ITALIANO

In secondo luogo, il sostegno finanziario offerto di breve termine, ancorché erogato e supportato, poco effetto avrà se non si terrà conto del primo punto e anche della particolare struttura del sistema produttivo del nostro paese.

Il tessuto industriale italiano, fatto di Piccole e Medie Imprese spesso sottocapitalizzate e dipendenti quasi totalmente dal sistema bancario per la loro liquidità ridotta, risulta vulnerabile ai grandi gruppi stranieri – non solo cinesi, ma soprattutto europei -, tanto più nell’attuale crisi.

In questa fase, l’estensione del Golden Power alle imprese PMI e anche verso i partner europei può sembrare uno strumento valido, ma sarà sufficiente? È difficile pensare che le sole tecnologie o infrastrutture siano baluardi “strategicamente difendibili”.

Cosa dire delle preziose quote di mercato conquistate dall’Italia nel settore della meccanica e dell’automazione, piuttosto che come moda e cultura negli ambìti circoli dell’alta borghesia orientale, o ancora sulle tavole dei più sontuosi ristoranti del globo? Non sono queste aree tanto importanti quanto le infrastrutture, anche per la salvaguardia di quei posti di lavoro sempre sulla bocca di tutti i politici?  E soprattutto, oggi, come difendere il ruolo di un intero tessuto produttivo a cui – almeno così ci viene detto dai quattro angoli del globo – tutti stanno guardando con interessi strategici diversi da prima?

UN BONUS DEL 110% ANCHE SULLA NASCITA DEI GRUPPI

La risposta sorge spontanea: la Golden Share non è certo pensata per il fashion… Tuttavia si potrebbero mettere in gioco azioni e strumenti diversi.

Uno dei punti più favorevolmente accolti del  decreto rinascita è stato quello del 110% per la ristrutturazione edilizia. L’ipotesi che perseguiamo qui è quella di valutare un bonus di pari importo: il 110% per la ristrutturazione dei sistemi produttivi, per spingere la nascita di anticorpi difensivi dall’interno, senza aspettare la mano del governo. Cancellazione di debiti fiscali pregressi, massicci sconti in F24 anche sull’iva, che siano finalizzati a costruire campioni regionali dimensionalmente rilevanti, ovvero con almeno più di 50 persone impiegate, e magari una – a questo punto sì valida – iniezione pubblica di capitale minoritaria.

Certo sarebbe facile opporre a un tale progetto il tanto sbandierato “campanilismo” delle imprese italiane, ma – anche qui – sarebbe un approccio troppo superficiale rispetto a un problema così profondo (questa dolorosa pandemia) del quale i nostri abili imprenditori stanno già prendendo coscienza.

Meno imprese più capitalizzate e con consigli di amministrazione allargati potrebbero essere molto più efficaci di tanti interventi a pioggia, che rischiano di passare su un sistema industriale d’eccellenza come il nostro come un breve temporale di primavera, che lascia però il terreno asciutto.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][tm_spacer size=”xs:10;sm:10;md:10;lg:20″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_cta h2=”CONFRONTATI ADESSO CON I NOSTRI GURU” h4=”Se condividi la nostra visione e vuoi fare un brain-storming sulle strategie per consolidare i tuoi sistemi produttivi e difendere il tuo posizionamento, contattaci subito!” add_button=”bottom” btn_title=”PRENOTA LA TUA CONSULENZA GRATUITA” btn_color=”turquoise” btn_size=”lg” btn_align=”center” btn_link=”url:https%3A%2F%2Fmailchi.mp%2F0fa3390d8f61%2Fnuovi-confini-nuovi-orizzonti||target:%20_blank|”]Grazie al progetto Nuovi Confini, Nuovi Orizzonti potrai prendere appuntamento gratuitamente con gli esperti di Pangea Studio Associato.[/vc_cta][/vc_column][/vc_row]

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