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Lo scenario – che si fa sempre più carico di aspettative:
Il Regno Unito ha dunque deciso senza esitazioni una ; una vittoria “ stravolgente” come dicono qui: il partito Conservatore del premier ha stravinto le elezioni britanniche con 365 seggisui 650 del Parlamento, e una maggioranza di 80 seggi. I laburisti hanno ottenuto 203 seggi, gli indipendentisti scozzesi del Snp hanno ottenuto 48 seggi, mentre i LibdDem hanno ottenuto 11 seggi. L’affluenza definitiva si è attestata al 67,17%, 1,49% in meno rispetto al voto del 2017.
Da quel giorno il movimento del Regno Unito ha cambiato velocemente passo nel confronto dello scacchiere europeo e mondiale. Stiamo seguendo il fenomeno per voi in aggiornamento continuo[/vc_column_text][vc_column_text][signinlocker id=”2718″]
Le reazioni alle elezioni e possibili sviluppi
Il presidente americano Donald Trump è stato tra i primi a esultare per la vittoria di BoJo. “Congratulazioni a Boris Johnson per la sua fantastica VITTORIA! La Gran Bretagna e gli Stati Uniti saranno ora liberi di concludere un nuovo grande accordo commerciale dopo la BREXIT. Questo accordo ha il potenziale per essere molto più grande e redditizio di qualsiasi accordo che potrebbe essere fatto con l’Ue”. Dalle nostre interviste ad operatori economici non appare ci sia così tanto entusiasmo ma staremo a vedere
I nazionalisti scozzesi con 20 seggi in più hanno da essere contenti : lo Scottish National Party di Nicola Sturgeon, grande oppositrice della Brexit, può dirsi soddisfatta con 55 seggi. Non a tutti è però andata bene : i LibDem si sono fermati a 13 con la leader, Jo Swinson già dimessa . Lo riferiscono i media britannici, aggiungendo che la guida dei liberaldemocratici è stata affidata a Ed Davey e Sal Brinton. Nel collegio di East Dunbartonshire, Swinson è stata battuta per appena 149 voti dalla candidata del Partito nazionale di Scozia,
il Green Party di Amy Callaghan, Plaid Cymru (3 seggi) batte il Brexit Party di Farage, che non elegge nemmeno un deputato a Westminster ma. La legge del contrappasso: Il partito della Brexit ottiene la brexit ma sparisce
Gli Scenari di finanza pubblica
Come da tradizione non commentiamo i mercati finanziari ma la parte più interessante per il nostro lavoro cioè quello che sta nelle tasche del governo che quindi si riverbera sui commerci di beni reali, il nostro business.
Come anche l’Italia la Gran Bretagna è un contribuente netto positivo alla spesa europea e la somma non è di poco conto circa 0,7% del PIL ovvero una malcontata decina di miliardi di Sterline che Boris Johnson ha più volte ricordato in campagna elettorale. Allo stesso tempo UK non è mai stato membro dell’ Eurozona – Sanità pubblica fonti alternative e risanamento urbanistico saranno i settori a beneficiarne maggiormente – sono previsti piani importanti di infrastrutture come la linea veloce che collega Londra al nord dell’ Inghilterra
GLI SCENARI ECONOMICI
Pressati dalle problematiche finanziarie e politiche i dati economici sono un po’ passati in seconda battuta. Sotto questo profilo va detto che gli inglesi – da sempre grandi commercianti – non hanno tutti i torti a valutare in modo critico l’appartenenza all’ UE. Vediamo un po’ nel dettaglio:
- Il deficit commerciale con la UE nel 2018 ha sfiorato la cifra imponente di 65 miliardi di Sterline: gli inglesi IMPORTANO dalla UE molto di più di quanto ESPORTINO
- Dopo la grande crisi del 2008 in cui i saldi IMPEX ( IMPORT-EXPORT) si equivalevano la strada è cambiata notevolmente dal 55% dell’export UE è passata a recepire il 45% dell’ Export inglese: come “ cliente “ la UE è meno importante
- La BILANCIA COMMERCIALE inglese invece è quasi in pareggio: quindi? La risposta è che UK esporta e alla grande ma sempre meno in UE e sempre più nel resto del mondo
LE MANOVRE ECONOMICHE
Che tutte le attenzioni siano puntate su cosa succederà con l’Europa dopo il 31 gennaio con la sperata adozione di un modello post brexit “ Ceta Style” fa poca notizia
Sarà invece più spinoso vedere cosa succederà con il tanto auspicato ( dal fronte americano) post Brexit deal tra US e UK ma bisognerà tenere conto che su questioni chiave – come il cambiamento climatico i due paesi sono esattamente su due sponde opposte e quello che sta succedendo del tutto in linea.
Liz Truss – international trade secretary del primo governo johnson aveva già detto già ad agosto che stavano lavorando al modello più avanzato al mondo di porti doganali in grado di creare centinaia di posti di lavoro. Sembrerebbe però che una società di consulenza che sta lavorando sul progetto stia valutando l’impatto in oltre 150 mila posti di lavoro con quasi 11 miliardi di pounds di valore generato per le casse del governo – che con le promesse elettorali fatte ha non poco bisogno di cassa – alcuni nomi già circolano ve li anticipiamo:
- Tees Valley – nel nord est
- Tyne – North England
- Milford Haven – Wales
Insomma : stay tuned ne vedremo delle belle in UK
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