Il 2025 si prospetta come un anno di transizione per l’economia italiana, con una crescita del PIL stimata tra lo 0,7% e l’1,1% . Con uno dei pochi governi stabili in Europa ci troviamo ad affrontare tensioni geopolitiche e i rischi di dazi commerciali in un clima di incertezza, dove la principale preoccupazione per le persone e le imprese italiane rimane la debolezza del mercato interno.
Consumi: un quadro a tinte chiaroscure
L’inflazione, pur in calo rispetto al 2023, è prevista in risalita al 2% nel 2025 . Questo, unito all’aumento dei costi fissi che assorbono il 38% del reddito disponibile delle famiglie, limita la capacità di spesa e gli investimenti. I consumi delle famiglie, dopo una contrazione dell’1,4% nel terzo trimestre del 2023, sono attesi in ripresa, ma con un tasso di crescita moderato (+0,6% nel 2024 e +1,1% nel 2025).
Mercato del lavoro: segnali di ripresa, ma con persistenti criticità
Il mercato del lavoro mostra segnali di miglioramento, con un aumento delle unità di lavoro (ULA) dell’1,2% nel 2024 e un tasso di disoccupazione in calo al 6,5%. Tuttavia, permangono sfide significative:
- Disuguaglianza salariale: I giovani guadagnano in media il 50% in meno rispetto ai lavoratori più anziani a parità di mansione.
- Carenza di competenze: Il sistema produttivo italiano soffre di una carenza di competenze in settori chiave come l’ICT e la green economy.
- Bassa partecipazione femminile: L’Italia è tra i paesi europei con il più basso tasso di occupazione femminile.
Investimenti: il PNRR come volano per la crescita
Gli investimenti fissi lordi, dopo una forte crescita nel 2023 (+8,7%), sono previsti in rallentamento (+0,4% nel 2024 e 0% nel 2025) . Il PNRR gioca un ruolo fondamentale nel sostenere gli investimenti pubblici, ma la fine degli incentivi all’edilizia e l’incertezza sul completamento delle opere previste dal Piano rappresentano un freno alla crescita.
Sfide e opportunità per il futuro
Le imprese italiane si trovano ad affrontare sfide complesse:
- Debito pubblico: L’elevato debito pubblico italiano (139,3% del PIL nel 2026) limita la capacità di intervento dello Stato a sostegno dell’economia.
- Crisi demografica: L’invecchiamento della popolazione e il calo demografico rappresentano una minaccia per la crescita economica di lungo termine.
- Produttività stagnante: La produttività italiana è ferma da 20 anni, con un impatto negativo sulla competitività delle imprese.
Tuttavia, ci sono anche opportunità da cogliere:
- Transizione energetica: Sfruttare le opportunità offerte dalla transizione energetica per sviluppare nuovi settori e creare posti di lavoro.
- Digitalizzazione: Accelerare la digitalizzazione delle imprese per migliorare l’efficienza e la competitività.
- Attrarre investimenti esteri: Creare un contesto favorevole agli investimenti esteri per stimolare la crescita economica.
Export: un'opportunità da cogliere
In un contesto di debolezza della domanda interna, le esportazioni rappresentano un’ancora di salvezza per le imprese italiane. La crescita del commercio mondiale, stimata al 2% nel 2024 e al 2,5% nel 2025 , offre opportunità di espansione sui mercati esteri.
Il 2025 sarà un anno di sfide e opportunità per le imprese italiane. Sarà fondamentale adottare strategie di lungo termine, focalizzate sull’innovazione, l’export e lo sviluppo delle competenze, per superare le difficoltà e cogliere le opportunità che si presenteranno.
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