I numeri vincenti del tessile bergamasco, l’area con meno disoccupazione della nostra penisola

Eccellente in termini di export e produttività, l’area bergamasca è la zona con meno tasso di disoccupazione d’Italia (3% contro il 9% di media italiana). La nostra provincia è diventata nel tempo una delle colonne portanti dell’industria manifatturiera italiana ed europea, con aziende consolidate sul territorio e spesso ultracentenarie.
Sebbene ospiti poco più di un milione di abitanti, essa da sola vale il 3.4% di esportazioni totali italiane nel mondo.

Dopo il covid una nuova spinta
Sappiamo bene che nella bergamasca lo stigma del Covid si è abbattuto prima e più pesantemente che in altre province italiane (ricorderemo tutti quel triste giorno in cui l’esercito portava via un fiume di bare dalla città di Bergamo). Ma dopo una parentesi così negativa, le imprese bergamasche hanno conosciuto una spinta senza precedenti e un 2021 da record, con produzione + 17%, fatturato +22% e incremento export +24%. Quest’anno nonostante la difficile situazione geopolitica, le stime comunque indicano un’ulteriore crescita.

Leitmotiv delle imprese? “Testa bassa e mai arrendersi!”
Facendo una piccola riflessione personale, da bergamasca ho sempre percepito come intrinseco fin dalla tenera età quell imperativo concetto di lavoro e “mola mia” (mai arrendersi), trasmessomi prima dai nonni e poi dai genitori. Mio nonno, ad esempio, faceva parte di quei tanti carpentieri che dalla nostra provincia andavano ogni giorno a lavorare nella Milano degli anni sessanta/settanta, sfrecciando lungo la A4 e divenendo un simbolo storico. Proprio in quegli anni nel nostro territorio ha iniziato a fiorire un pool di imprese spesso ubicate fra montagne e colline, a quel tempo forse un po’ aspre e ruvide. Un po’ come dipingono noi bergamaschi insomma.

Ma quali sono le imprese bergamasche dedicate al comparto tessile?
Sicuramente la provincia è la patria della metalmeccanica (quasi 10 mld annui di fatturato), a seguire troviamo commercio (7 mld), chimica/farmaceutica (3.6 mld) e gomma plastica (3.5 mld). Da non sottovalutare però il tessile della Val Seriana, che sebbene non più fiorente come gli anni passati gode ancora di ottima reputazione e performance. Basti pensare ad aziende come la Albini Group, fondata nel 1876 ed oggi guidata dalla quinta generazione, leader nella produzione di tessuti per camicie. Oppure la Martinelli Ginetto, da 70 anni produttrice di tessuti a Casnigo. Per quanto riguarda invece il comparto luxury furniture è da citare sicuramente la Pinetti di Bagnatica, che da quasi 40 anni rifornisce di accessori in pelle hotel, ristoranti, yachts e appartamenti di lusso.
Un territorio vocato anche all’innovazione tecnologica per la manifattura di alto livello, che risente della discrepanza fra domanda ed offerta, infatti è spesso difficile trovare operatori specializzati in molti settori. Fondamentale ancora una volta credere nei giovani, che però bisogna avere la pazienza di formare.

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✅ A cura di Valentina dell’ufficio italiano di Pangea Studio Associato
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