Export italiano: più di 45mila imprese hanno i requisiti per esportare ma non lo fanno

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Export italiano sempre in crescita

Negli ultimi anni l’export italiano è cresciuto sensibilmente, spinto anche dal periodo post pandemico. Secondo Unioncamere, nel 2022 il bel paese ha superato i 600 miliardi di export, con un incremento -rispetto all’anno precedente – di 144 miliardi. Inoltre, la sua velocità di crescita è senza pari, considerate soprattutto le dirette concorrenti europee, ovvero Francia e Germania: rispetto al 2019, l’export tricolore ha avuto un incremento del 30%, contro il 18.1% della Germania e il 15.1% della Francia. Molto positivo anche il fatto che il paniere di prodotti italiani esportati sia molto variegato e non siano solo poche categorie elitarie a trainare il comparto. 

Tuttavia, sebbene i numeri dell’export siano più che favorevoli, le imprese esportatrici sono diminuite. Come mai?

Le PMI pagano il prezzo più alto

Tra il 2016 e il 2019, il numero delle imprese esportatrici è sceso complessivamente di 4000 unità, passando dalle 127.000 del 2016 alle 123.000 del 2019, con una riduzione di oltre il 3%. Come già anticipato in realtà, è soprattutto il numero delle piccole imprese a variare: in valori assoluti, abbiamo perso 5000 piccole aziende che esportavano e ora non esportano più, mentre le medio-grandi aziende hanno registrato un aumento del 7,7% (corrispondente a 881 imprese in più). Inoltre, le piccole imprese esportatrici (con meno di 49 dipendenti) hanno un’intensità di export inferiore rispetto alle imprese di dimensioni maggiori (con 50 dipendenti o più), con un divario del 35% in termini di valore di export per addetto (fonte Unioncamere). 

Perché le PMI fanno fatica a sfruttare le opportunità di export?

Ci sono molteplici ragioni per cui queste PMI non sfruttano appieno le opportunità derivanti dall’export. Alcune delle principali motivazioni includono:

  • Mancanza di personale interno specializzato in lingue straniere
  • Problemi logistici e di spedizione dei materiali
  • Poche competenze specifiche sull’export
  • Diversità delle procedure e/o delle normative internazionali
  • Mancanza di risorse finanziarie per investire nell’espansione internazionale

Tutto ciò propende a favore del mercato domestico, più facilmente raggiungibile e situato nella “comfort zone”.

L’esportazione potrebbe invece offrire diversi vantaggi alle imprese italiane, tra cui l’accesso a nuovi mercati e potenziali clienti, la crescita interna, aumento delle vendite e dei profitti, l’acquisizione di nuove competenze, strumenti e tecnologie (magari anche 4.0), nonché l’aumento dell’immagine e della conoscenza dell’azienda sulla scena internazionale.

Come fare ad accrescere l'export italiano delle PMI?

Per sfruttare il potenziale delle PMI è richiesto quindi un maggiore sostegno, che consenta loro di superare le problematiche legate all’espansione oltre i confini nazionali, in modo da poter crescere e competere a livello globale, e di contribuire, allo stesso tempo, allo sviluppo economico complessivo del paese. L’aiuto di professionisti del comparto internazionalizzazione può dunque risultare essenziale.

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✅ A cura dell’ufficio italiano di Pangea Studio Associato

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