Italia quarta potenza mondiale export 🇮🇹

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È ufficiale: l’Italia è la quarta potenza al mondo per quanto riguarda le esportazioni, con un valore che si attesta a 316 miliardi di euro. Il primo semestre del 2024 difatti ha visto il sorpasso sul Giappone, fermo poco lontano con 312. Al sesto posto abbiamo la Corea del Sud con 308 miliardi, che sorpassa la Francia, ferma a “soli” 300.

Il nostro paese è riuscito a scalare con grande impeto le classifiche mondiali, arrivando dal decimo al quarto posto in appena dieci anni: encomio doppio se teniamo in considerazione che il sorpasso avviene in un momento storico che favorisce le economie asiatiche: difatti questo sorpasso avviene in un contesto in cui l’euro è aumentato di valore.

I settori trainanti

L’Italia vede dinanzi a sé il podio, costituito dai giganti  Cina e USA (che con la guerra dei dazi stanno avendo alcune difficoltà) e dalla potenza esportatrice europea, la Germania

Ad annunciare la notizia del sorpasso sul paese del Sol Levante è stato Marco Fortis, Direttore della Fondazione Edison, che già nei mesi scorsi analizzava “i magnifici sette”, ovvero i settori trainanti dell’export italiano, raggruppandoli nelle “3F” e nelle “4M”: “Le 3F costituiscono i tre settori tradizionali di specializzazione internazionale dell’Italia, quelli più noti: “Fashion”, “Food, wine and tobacco” e “Furniture and building materials”. Ma le 4M non sono da meno e rappresentano i quattro settori di più recente sviluppo e specializzazione: “Metal products”, “Machinery”, “Motor yachts and other transport equipment”, “Medicaments and personal care products”.

La situazione italiana adesso

Tutti questi settori così diversi fra loro ma tutti così importanti per l’export italiano denotano una grande trasversalità settoriale e una capacità di conquista di mercati esteri che si è sdoganata, in un decennio, al cambiare dei governi e in un contesto in cui, paradossalmente, la posizione internazionale del Paese subiva spesso duri colpi. L’export delle imprese ha retto al pesante urto generato da strascichi della pandemia COVID19, rincari energetici, instabilità geopolitica, chiusura di mercati anche promettenti (si pensi a Russia e Ucraina) e conseguentemente, la galoppante inflazione.

Conclusioni

Il brand Italia e “Made in Italy” ormai è sinonimo di alta qualità in tutto il mondo, ma per mantenere questa posizione in classifica è necessario unire il paese, che deve lavorare coeso per difendere i risultati acquisiti unendo atenei, centri di competenza, imprese e istituzioni per rafforzare il posizionamento dell’economia italiana e valorizzare competenze e talenti creando una posizione competitiva del paese che dipenda si dalle esportazioni ma che possa anche basarsi su una dinamica interna solida per uno sviluppo coerente di lungo periodo evitando i rischi – come la Germania insegna – di essere troppo dipendenti dai consumi esterni. 

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A cura dell’ufficio italiano di Pangea Studio Associato

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